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Comunità Energetiche

PlanGreen e le Comunità Energetiche

Immaginate quel grande edificio del vostro quartiere, quello che avete sempre vissuto come un impedimento al paesaggio della vostra città.
Proprio quell’edificio può diventare una risorsa, per tutti.
Che sia un’industria o un edificio pubblico, può portare energia direttamente nel tuo quartiere sfruttando una risorsa pulita e infinita: il sole.

Da oggi, nei momenti in cui questa centrale elettrica sostenibile produce ma l’industria o l’ufficio pubblico sono chiusi, tu e i tuoi vicini potete approfittare di quella energia.

E potete farlo gratis, se vi affidate ad una Esco come PlanGreen che investe, manutiene, gestisce e garantisce le performance della vostra Comunità energetica.

Comunità energetiche - Plan Green

Che cosa sono le comunità energetiche

Le Comunità Energetiche sono insiemi di persone o enti che condividono lo sfruttamento di una stessa fonte di energia rinnovabile. Associazioni di quartiere, aziende e singole famiglie scelgono quindi la via della produzione di energia dal sole e la condividono all’interno dello stesso territorio. In questo modo riducono la dipendenza dalla rete elettrica e dalle fluttuazioni del marcato internazionale dell’energia. Il tutto sfruttando una fonte gratuita e infinita: il sole. Si tratta, quindi, di innovativa concezione di consumo e sviluppo, che combatte gli sprechi e favorisce la creazione di plusvalore sociale. Da tempo affermatesi all’estero, le Comunità Energetiche stanno finalmente diventando una realtà anche in Italia.

PlanGreen, azienda leader sul territorio negli interventi sui consumi e nel servizio di risparmio, è orgogliosa di promuovere questa innovativa concezione di consumo e sviluppo per tutta la cittadinanza, che combatte gli sprechi e favorisce la creazione di plusvalore sociale.

Quali vantaggi per il promotore

Chi possiede ampi tetti ma bassi consumi non è mai stato oggetto di interesse per ospitare impianti di produzione fotovoltaica, perché l’impianto produceva poco per il risparmio in bolletta e cedeva molta energia in rete, con una remunerazione più bassa.

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Ora cambia il paradigma.

Con le comunità energetiche quell’energia ceduta in rete può essere messa a disposizione della comunità circostante, rendendo quel tetto una risorsa per tutta la cittadinanza.

Questo vale per i privati ma soprattutto per i comuni e gli enti pubblici in generale: spesso con ampia disponibilità di tetti ma senza un consumo elevato e continuativo.

Con la comunità energetica l’edificio pubblico può diventare una risorsa per tutta la comunità.

Allo stesso modo la comunità può essere promossa da una o più imprese, che mettendosi in rete possono condividere l’energia prodotta da un solo impianto.

Il cambiamento di paradigma è ancora più forte per tutte quelle realtà che hanno consumi concentrati in determinati mesi dell’anno, come per esempio le attività agricole o quelle di ricezione turistica: proprio perché il surplus di produzione fotovoltaica durante i mesi di bassa attività vanno a beneficio della comunità energetica e producono valore.

Quali vantaggi per la cittadinanza

Le Comunità Energetiche rappresentano un modello virtuoso di approvvigionamento energetico per la cittadinanza e promuovono valori quali l’inclusività e l’uguaglianza. I loro benefici si ripercuotono, oltre che in campo economico e ambientale, anche su molti campi del vivere civile. Infatti, il ricorso esclusivo a fonte rinnovabili non riduce solo l’inquinamento ambientale, ma anche costi sociali per la collettività.

Comunità energetica, cosa sono

Vantaggi economici

Le realtà private o sociali che aderiscono a una comunità energetica beneficiano di sconti sulle bollette che sono più alti proprio se il prezzo dell’energia aumenta. In pratica, condividendo la produzione dell’impianto della comunità, ogni cittadino diventa anche produttore di un bene primario come l’energia elettrica. Tutto senza nessun costo, in quanto l’azienda investe nell’impianto, nella manutenzione e nella gestione della comunità: remunerandosi con un canone che viene pagato dalla comunità. Inoltre, gli incentivi previsti per le comunità energetiche sono cumulabili con altre agevolazioni, tra cui le misure previste dall’Ecobonus, dal Superbonus 110% e dal Bonus Casa, con la possibilità per imprese, enti locali e cittadini di ottenere un risparmio economico ancora maggiore grazie alla riduzione dei costi dell’energia. Più è grande una Comunità, maggiori saranno le ricadute positive sui partecipanti.

Vantaggi socio-comunitari

Le Comunità Energetiche favoriscono la coesione tra comunità locali e promuovo l’inclusione sociale, favorendo un aumento della consapevolezza dei cittadini su temi universali quali il contrasto della povertà energetica.

Benefici ambientali

Il ricorso all’energia green riduce l’emissione di CO2 nell’atmosfera e, di conseguenza, mitiga i cambiamenti climatici. Le Comunità Energetiche, fondandosi sul rifiuto di impiego delle fonti fossili, sono la risposta all’interrogativo su come coniugare sviluppo umano e tutela dell’ambiente.

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Come funzionano le Comunità Energetiche

Le Comunità Energetiche producono energia elettrica attraverso lo sfruttamento di impianti fotovoltaici o eolici, i quali possono essere condivisi (come nel caso di una centrale a disposizione della collettività), oppure individuali (come un sistema fotovoltaico installato sul tetto di una casa, di un’azienda, di una sede di un’amministrazione pubblica o di un condominio). In questo modo i semplici consumatori si trasformano in consumatori e produttori (prosumer). La parte di energia non consumata viene ceduto agli altri soggetti aderenti.

La co-gestione dell’energia viene ottimizzata tramite il ricordo ad una smart grid, un’infrastruttura digitalizzata costituita da una rete che collega tutti i soggetti della Comunità Energetica, monitorata e controllata da tecnologie digitali all’avanguardia per ottimizzare ogni fase di produzione, consumo e scambio dell’energia attraverso soluzioni hardware e software innovative.

Le Comunità Energetiche in Europa

Fenomeno relativa recente in Italia, altrove in Europa le Comunità Energetiche rappresentano una forma di associazione e consumo già consolidata. I primi esperimenti sono stati compiuti in Germania, nei Paesi Bassi e in altre nazioni nordiche. Ad esempio, Bioenergy Village di Jühnde, nella Bassa Sassonia, è attivo dal 2004. Nato come un progetto realizzato in collaborazione tra alcune cooperative locali e l’Università di Göttingen, la comunità si è dotata di un sistema di cogenerazione a biogas da 700 kW e una caldaia a cippato da 550 kW, con i quali gli abitanti della cittadina sono in grado di generare il 70% del calore necessario al proprio fabbisogno e il doppio dell’energia elettrica il cui surplus viene ceduto alla rete.

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Che cosa prevede la normativa italiana

Tramite il Decreto Milleproroghe 162/2019, l’Italia ha recepito la Direttiva Europea RED II 2001/2018, con la quale l’Unione Europea riconosce valenza giuridica riconosce valenza giuridica alle Comunità Energetiche e introduce la figura del prosumer. La legge italiana prevede la costituzione delle cosiddette Comunità Energetiche Rinnovabili (REC), alle quali possono associarsi liberamente i nuclei familiari, mentre per le aziende vige un limite: la produzione di energia, infatti, non può costituire la loro attività principale, in quanto lo scopo delle REC è il solo autoconsumo.

In base alle disposizioni vigenti, le REC possono ottenere un beneficio tariffario per 20 anni gestito dal Gestore Servizi Energetici, erogate sottoforma di un corrispettivo unitario e di una tariffa premio, quest’ultima pari a 100 euro/MWh. Sussiste uno standard a cui le REC devono adeguarsi: l’impianto oggetto delle agevolazioni debba essere di nuova costruzione, avere una potenza entro 200 kW ed essere collegato alla rete elettrica a media/bassa tensione, utilizzando la stessa cabina di trasformazione per il prelievo e la cessione dell’energia elettrica con la rete.

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