
L’impianto genera 30 kW, parte va alla società, parte a un’altra azienda ittica nelle vicinanze e il resto ai dipendenti per un valore annuo di circa 400 euro
I pannelli solari sul tetto della sede dell’azienda generano un bonus in busta paga. È il modello di comunità energetica rinnovabile realizzato da Plangreen a Misano Adriatico (Rimini) che mette in collegamento un sistema nato per la condivisione dell’energia al welfare aziendale. Tutto nasce con il trasferimento di Plan-green, che offre servizi di riqualificazione energetica, in una nuova sede. «Volevamo installare un piccolo impianto fotovoltaico per i nostri consumi, e ci siamo chiesti:perché non realizzarlo occupando tutto il tetto, quindi più grande, e con pannelli più performanti?»,racconta Paolo Pizzolante, presidente e amministratore delegato di Plangreen. Il risultato è un impianto da 30 kW sopra la testa e sotto il tetto una comunità energetica che autoconsuma l’energia prodotta e valorizza il surplus a beneficio dei dipendenti. Pizzolante è escluso, per scelta, dalla comunità energetica e dalla distribuzione del bonus: «È una cosa per i dipendenti», ripete. La storia della Cer di via dell’Industria parte dell’impianto sul tetto, passa per la costituzione dal notaio di un’associazione senza scopo di lucro, arriva alla richiesta di certificazione al Gse. Non è tuttavia un viaggio lineare: all’inizio l’elettricità in eccesso veniva venduta sul mercato, in rete. Nessun dipendente, col suo domicilio, rientrava infatti nella zona della cabina primaria in cui era inscritta la comunità inibendo così l’accesso all’incentivo. Esiste infatti un vincolo geografico per questo: in unaCeri Pod (point of delivery: punti di connessione alla rete elettrica nazionale) di tutti i consumatori e di tutti i produttori devono essere posizionati nell’area di una stessa cabina elettrica primaria.