
Una parrocchia a Torino, una scuola a Cagliari, un polo industriale in Liguria. Sono attive le prime Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) italiane. Hanno iniziato a produrre energia da fonti rinnovabili in agosto, a distanza di sei mesi dall’approvazione del decreto n. 414 del 7 dicembre 2023 (in vigore dal 24 gennaio 2024). Cittadini, Pmi, amministrazioni comunali, enti religiosi, centri commerciali, condomini, sono alcuni dei soggetti che possono dare vita a una Cer, soggetto giuridico con statuto e vita propria. È autoconsumo e non solo.
I modelli sono diversi: si va dalla chiesa della Santa Famiglia di Nazareth a Torino alle scelte di Quiliano e Vado Ligure (con Tirreno Power), fino al Comune di Cagliari (più 40 scuole) e ai 111 municipi della Provincia di Asti. L’unione dà forza.
Una Cer condivide l’energia prodotta per ottenere benefici economici e ambientali (meno Co2), ma è anche uno strumento di utilità sociale. La parrocchia della Santa Famiglia di Nazareth è il cuore della Cer Vallette, nata nell’omonimo quartiere popolare alla periferia di Torino. Un esempio di un’iniziativa partita dal basso e di progettazione partecipata tra la parrocchia e i cittadini. L’energia è prodotta da un impianto fotovoltaico con potenza di 20 kWp installato sul tetto della chiesa. «Un progetto nato da un’iniziativa di don Roberto, il mio predecessore», dice don Valeriano Giacomelli, oggi consigliere provinciale della Congregazione di san Luigi Orione. «L’obiettivo della Cer Vallette è alleggerire le bollette delle famiglie in difficoltà. Ne abbiamo selezionate otto, italiane e non». L’impianto è costato 35mila euro «di cui 23mila finanziati dalla Fondazione Compagnia di San Paolo». Nonostante sia ancora troppo presto per fare i conti, ciascun nucleo dovrebbe ricevere «circa 180 euro annui». Le difficoltà? «Istruire le famiglie per aiutarle a modificare le loro abitudini. Abbiamo svolto corsi per il consumo consapevole dell’energia allineato alla produzione. Il bucato si fa di giorno», dice Giacomelli. Il futuro? «La comunità è destinata ad allargarsi e il modello è ripetibile per altre parrocchie».